Fotografia di paesaggio

In questo scritto c’è la mia interpretazione di cosa intendo per fotografia di paesaggio, è solo uno spunto per avere un punto di vista.

La fotografia di paesaggio è il genere fotografico tra i più diffusi, chi si avvicina alla fotografia si confronta con il fotografare ciò che ci circonda, che sia naturale o urbano.

In questo scritto si daranno per scontate le conoscenze di base della fotografia, verranno però richiamati i processi che ci aiutano a ottenere delle caratteristiche particolari nella fotografia.

Qual è il patrimonio di conoscenze che il fotografo deve avere per poter effettuare una fotografia, sicuramente deve conoscere quali sono i fattori che influenzano una fotografia, proviamo a fare un elenco:

L’inquadratura, La Composizione.

L’orario di ripresa.

Analizzare la luce nell’inquadratura.

Avere la capacità di cambiare prospettiva.

Scegliere il soggetto che attrae e che determina poi l’aspetto emotivo dell’intera immagine.

Se pensiamo a ogni punto scritto ci rendiamo conto che questi determinano come pensare a una Fotografia dal momento che si parte al momenti che si apre il file nel nostro programma di post produzione.

Adesso andiamo sul partico la migliore luce e le condizioni più interessanti si trovano quando il sole è presente, dal buio prima dell’alba e un’ora dopo dell’alba, lo stesso per il tramonto, un’ora prima del tramonto fino al buio, queste indicazioni valgono per il meridiano in Italia, quando il cielo è coperto possiamo trovare situazioni interessanti durante tutto il giorno.

Quando arriviamo sul punto che abbiamo scelto di fotografare è importante si guardare il soggetto per capire come inquadrarlo, ma è anche importante guardarsi intorno per capire da dove è possibile posizionarsi per trovare un inquadratura interessante. L’inquadratura è sicuramente la più importante delle caratteristiche di una fotografia di paesaggio, nella fotografia di paesaggio dove c’è una parte che fa parte del primo piano e una che fa parte del cielo/paesaggio tra queste si cerca di trovare un equilibrio, per raggiungere questo equilibrio ci viene in aiuto la regola dei terzi che non è altro che la suddivisione dell’inquadratura con due linee verticali e due orizzontali equi distanti, il loro incrocio determina in una fotografia i punti d’interesse.

Nella fotografia di paesaggio vengono usati gli obbiettivi grandangolari, ma anche teleobbiettivi, i primi per la loro caratteristica ottica hanno un grande angolo di ripresa, per migliorare le nostre fotografie è sempre importante creare profondità, mettendo un elemento in primo piano che può stare vicino a un punto della regola dei terzi, e mettendo il fuoco su di esso si crea la prospettiva dalla quale parte lo sguardo dell’osservatore. Il grandangolare ha per la sua costruzione ottica quando l’inquadratura non è parallela all’orizzonte, avendo una certa inclinazione verticale determina una distorsione della prospettiva della scena, è importante fare attenzione ed avere la macchina fotografica a livella.

I teleobbiettivi ci permettono di fotografare porzioni più ristrette di paesaggio, dandoci la possibilità di riprenderli anche da distanze anche considerevoli.

Adesso vediamo come dobbiamo prepararci per poter avere una fotografia.

Ci sono delle fasi che ci permettono di prepararci le suddivido in più punti cosi da poterli analizzare:

Pianificazione

Preparazione dello zaino

Analisi della luce, Composizione

Montaggio

Valutazione del tempo in funzione dei corpi in movimento.

Procedura di scatto

Verifiche post scatto

Pianificazione

Come per tutte le tecniche fotografiche c’è un la parte pianificazione, questa va dallo scegliere il posto da riprendere, analizzare come la luce si muove dall’alba al tramonto, decidere il periodo dell’anno migliore per le condizioni meteo e ambientali che desideriamo.

Il posto che desideriamo fotografare è forse la parte più semplice, è frutto del nostro gusto e dei nostri interessi comunicativi, come riprenderlo è sicuramente la parte più complessa, va analizzata la composizione tenendo conto di come il sole si sposta in modo tale da rendere la scena interessante, valutare il meteo in merito alle condizioni che vogliamo avere, se siamo in presenza del mare considerare le maree.

I fattori principali li abbiamo elencati, considerarli e dare priorità ci permette di realizzare la fotografia, sono i pensieri che ci occuperanno la mente durante la pianificazione di ogni fotografia.

A supporto della pianificazione i nuovi sistemi tecnologici ci aiutano, prima di tutto l’utilizzo di mappe online sia bidimensionali che in 3D ci permettono di valutare i posti che ci interessa fotografare, vedere altre fotografie scattate in quei stessi posti.

A queste possiamo affiancare app che ci permettono di valutare come il sole illumina la scena sia per direzione che inclinazione, decidendo anche il giorno particolare che vogliamo effettuare la fotografia.

Le app che ci permettono di conoscere le maree ci permettono di conoscere quale livello avrà il mare relativamente alla riva del mare.

A queste aggiungere app per il trekking per raggiungere il punto prescelto.

Preparazione dello zaino

La preparazione dello zaino è sicuramente una della parti che ci permette di affrontare una uscita in sicurezza ed avere tutto quanto può essere necessario per affrontare la nostra sessione fotografica.

Certo se andiamo a fotografare un ambiente urbano tante cose saranno superflue, ma se invece andiamo in ambienti naturali le cose cambiano potrebbe essere necessario camminare, affrontare anche salite o discese, allo stesso tempo condizioni meteo variabili.

La parte prettamente fotografica di preparazione vede nel riporre in condizioni sicure, la nostra macchina fotografica, i relativi obbiettivi, batterie, un comando a distanza, i filtri, il treppiede, livella se la macchina non è dotata, questo è il minimo indispensabile. Aggiungerei una pezza o più per la pulizia delle lenti, una busta di plastica per la protezione in caso di pioggia, i copri zaino impermeabile.

In caso di escursione breve diciamo fino a trenta minuti dal punto dove lasciamo il mezzo di trasporto aggiungerei delle cose da portare sempre con noi.

La descrizione che seguirà è prettamente invernale proprio perché in questa stagione ci saranno le condizioni per scattare fotografie di forte impatto, lo stesso in montagna dove le condizioni meteo possono essere estremamente variabili, prima di tutto un indumento anti pioggia/vento se non indossato, un ulteriore felpa, cappello/passa montagna, scarponi alti. Considererei anche un sacco da appendere al treppiede da riempire con pietre nel caso ci sia forte vento, in alcuni casi si sostituisce la parte terminale con delle punte in acciaio proprio per rendere il più stabile possibile il treppiede. Poi sempre per condizioni outdoor porterei in EDC minimo composto da accendino, coltello multi uso, coperta termica emergenza.

Analisi della luce, Composizione

La prima considerazione è arrivare almeno un’ora prima del momento in cui vogliamo iniziare a scattare, questo ci permette di avere margine per la scelta del posto, per il montaggio, e poi:

Già mentre ci avviciniamo al punto prescelto per la fotografia comincerei ad analizzare se le informazioni che abbiamo recuperato in fase di pianificazione corrispondono a quanto stiamo trovando sul campo, posizione del sole, condizione del meteo/nuvole, come influiranno nella nostra composizione, altezza, velocità, aperture nel momento del tramonto, ecc…

Scegliere la composizione con delle inquadrature senza cavalletto spostandoci per vedere come vengono guardando in camera, una volta trovato il cosiddetto PDR (punto di ripresa) si passa al:

Montaggio

Questa fase anche se spesso data per scontata deve essere un momento che non si deve affrontare con frenesia, aprire il treppiede, considerare la presenza del vento, onde del mare, metterlo in sicurezza agganciando pesi per renderlo più stabile, controllare che tutti i sistemi di blocco siano assicurati, verificare, le piastre di ancoraggio, assicurarsi che tutto sia serrato, insomma prendiamoci il tempo necessario per avere tutto al sicuro.

Valutazione del tempo in funzione dei corpi in movimento.

A questo punto si avvicina il momento più importante, quello che ci porterà ad acquisire il nostro file, perché dedico una parte così importante a questo momento, perché dobbiamo valutare cosa vogliamo nella fotografia, un cielo con nuvole statiche? O una cielo con nuvole mosse? Lo stesso vale per il mare, vogliamo bloccare le sue onde? O vogliamo avere un mare completamente liscio con il bianco vicino alle zone d’impatto?

Nel considerare cielo e mare, dobbiamo valutare la velocità delle nuvole, più saranno basse più saranno veloci, più il mare sarà mosso più avremo un effetto particolare in funzione del tempo di scatto.

Procedura di scatto

La procedura di scatto è funzione delle considerazioni prima eseguite, ma veniamo a come impostare la macchina, una volta montata sul treppiede, avremo varie situazioni la prima è una fotografia diciamo standard, scelta la composizione, scelto il punto di messa a fuoco, si decide la triade ISO, Diaframma, Tempo, proprio in questa sequenza, l’ISO o sensibilità nella fotografia di paesaggio è fissa ed è il valore nativo del sensore, la stragrande maggioranza è 100, il diaframma determina la profondità di campo della nostra fotografia, si procede di conseguenza alla messa a fuoco nel punto desiderato, usando il livewiev, in manual focus, in generale nella fotografia di paesaggio si cerca di avere la scena il più possibile a fuoco, per ottenere questo risultato si utilizzano valori di F (diaframma) abbastanza chiusi direi che la massa delle fotografie vengono scattate con diaframmi di F8, F11, in alcuni casi anche F16, chiudere di più il diaframma ci fa incorrere in effetti negativi nella qualità fotografica dovuti alla diffrazione, impostato questo valore, possiamo a questo punto stabilire il tempo di scatto, le tecniche sono due la prima più classica per mezzo dell’esposimetro di cui tutte le macchine fotografiche sono dotate, premendo il pulsante di scatto a metà effettuerà la lettura, se l’indicatore sarà a sinistra sarà sotto esposta e dovremo aumentare il tempo di apertura dell’otturatore, viceversa se sarà a destra dovremo diminuire il tempo di apertura dell’otturatore, dobbiamo portare l’indicatore dell’esposimetro al centro. Questo sistema tiene conto dell’impostazione che abbiamo scelto in macchina della lettura della scena dell’esposimetro, non avremo una protezione di sovra esposizione sotto esposizione delle zone più chiare e più scure nel 70% dei casi, dipenderà molto dalla nostra esperienza.  Il secondo metodo è molto più affidabile è tramite l’istogramma, le macchine fotografiche dotate di schermo possono visualizzare oltre la scena e l’esposimetro anche questo indicatore.

L’istogramma ci permette di verificare quando una scena è correttamente esposta in modo semplice e intuitivo, avremo disegnato le aree di luminosità di una fotografia da sinistra a destra, dalle più scure alle più chiare, se la raffigurazione tocca il alto sinistro l’immagine sarà sottoesposta, viceversa se tocca il lato destro sarà sovraesposta, regoleremo il tempo di scatto per avere una rappresentazione come la figura al centro che vedi sopra. A questo punto facciamo uno scatto di prova, questa sarà la fotografia diciamo standard.

A questo punto possiamo introdurre dei Filtri se desideriamo:

Il primo è il Polarizzatore CPL, questo permette di eliminare i riflessi sia dall’acqua che dalle zone riflettenti vetri ecc, ci permette di vedere il fondo del mare (se pulito), rende le il fogliame più bello togliendo i riflessi, dona alla fotografia migliore qualità. Ruotando il filtro possiamo scegliere dove farlo lavorare.

Il secondo è il GND (graduated neutral density) questo permette di equilibrare il livello di luminosità nella fotografia, in particolare diminuisce l’intensità della luce nella zona del cielo, asseconda della gradazione e del disegno della transizione aiuta a gestire le parti più luminose.

Questi due filtri possono essere montati prima dello scatto standard in modo tale da gestire la luce, l’istogramma mostrerà il livello di luminosità della varie aree, per mezzo del tempo possiamo potare l’istogramma all’esposizione corretta ed effettuare lo scatto, nel paragrafo filtri troverete una spiegazione dei tipi e del sistema per utilizzarli asseconda della varie situazioni.

Il terzo Filtro è quello chiamato ND (Neutral Density) questo filtro ha una caratteristica particolare, permette con una scena data di aumentare come desideriamo il tempo di scatto, la sua gradazione parte da 2 stop (ND4) fiano ad arrivare anche a 20 stop (ND1000K), l’utilizzo di questi filtri permette di ottenere vari effetti sulla nostra fotografia in particolare per tutto ciò che si muove, dal cielo al mare, alle piante. Come si utilizzano, una volta eseguito lo scatto standard con o senza altri filtri (Polarizzatore o GND), il valore del tempo che abbiamo ottenuto correggendo con risultato un istogramma equilibrato, possiamo per mezzo del valore di stop aumentare il tempo di scatto, per esempio se il tempo ottenuto per eseguire lo scatto standard era di 1 secondo con un filtro ND8 da 3 stop avremo 1sec+(1-stp)=2sec+(2-stp)=4sec+(3stp)=risultato8sec, comprenderete bene quale potenzialità hanno i filtri ND.

Ricapitoliamo lo scatto senza filtri ci restituisce grazie all’aver centrato l’istogramma una foto equilibrata, lo stesso accade quando mettiamo il polarizzatore e il GND, questi ci permettono di eliminare i riflessi, diminuire la differenza di luminosità della parti chiare e quelle scure. Una volta eseguito lo scatto di prova e visto il tempo se inseriamo un Filtro ND possiamo allungare il tempo a nostro piacimento, scegliendo il filtro ND con il valore di stop che desideriamo. A questo punto per mezzo telecomando scattiamo la foto con il tempo che abbiamo ottenuto.

Verifiche post scatto

Finalmente abbiamo il nostro file nella scheda della macchina fotografica, prima di provare un nuovo scatto vi suggerisco di perdere almeno un paio di minuti per verificare quello appena fatto, sicuramente possiamo attivare la visualizzazione dell’istogramma per il file appena acquisito, questo ci permette di capire se quello che abbiamo fatto e il tempo impostato sono corretti, possiamo verificare l’effetto nel caso li abbiamo istallati dei filtri sulla nostra fotografia, possiamo valutare se modificare prima di tutto la composizione, eventuali modifiche sulla parte polarizzata, lo stesso per la linea di transizione del filtro GND e diminuire o aumentare gli stop del filtro ND.

Siamo arrivati alla fine di questa breve guida, come tutti i miei scritti sono molto concreti, senza fronzoli. A seguire troverete una piccola guida su attrezzatura, filtri e postproduzione..

Attrezzatura

L’attrezzatura per la fotografia di paesaggio è come per tutte i generi fotografici concentrata su poche cose veramente importanti farò perciò un elenco con delle note che possono essere di comprensione.

Treppiede

Macchina fotografica

Obbiettivo

Telecomando

Livella

Filtri

Treppiede

Tra le cose più importanti c’è il treppiede per certi versi è quello che fa la differenza molto spesso nella fotografia di paesaggio, il treppiede deve avere una caratteristica fondamentale, la stabilità, questa cosa va di pari passo con il peso più è pesante più è stabile, questa cosa è però ha un effetto negativo relativamente al trasporto. Come comportarci allora?

Per quanto mi riguarda io ne ho due, uno da viaggio, e uno con dimensioni e penso più consistenti, quello da viaggio lo utilizzo in tutti quei casi dove le condizioni di scatto sono abbastanza tranquille, per esempio la fotografia urbana, mi posso spostare facilmente anche per lunghe distanze, è abbastanza piccolo che non desta interesse. Il secondo invece è più pesante praticamente più del doppio, idoneo per posizionarmi in punti dove ci sono condizioni atmosferiche e ambientali che potrebbero influire sul risultato della fotografia.

Caratteristiche, il 90% dei treppiede vengono venduti con una colonna centrale e una testa, il mio suggerimento è evitare l’uso della colonna centrale, questa riduce notevolmente la stabilità sulla nostra macchina fotografica, eviterei anche di prendere la testa se non di particolare qualità, normalmente non sono cosi, cosa scegliere il carbonio o l’alluminio, ritorniamo al problema della stabilità i treppiedi stabili sono pesanti, perciò a parità di peso sicuramente il carbonio ha delle caratteristiche migliori, il problema che prendere un treppiede da 2KG in alluminio ha un costo, lo stesso in carbonio direi il doppio. Hai tempi quando comprai il mio treppiede il carbonio non era così diffuso perciò presi un treppiede in alluminio da 2,4kg era dotato di colonna centrale ma non di testa che presi a parte, a distanza di tempo presi una colonna centrale corta proprio per non avere problemi di vibrazioni, se dovessi prenderne uno adesso lo prenderei senza colonna centrale in carbonio al quale aggiungerei una testa a sfera con sistema di ancoraggio alla camera ARCA-SWISS.

Macchina fotografica

Il mondo…. Per quanto mi riguarda tutte le macchine fotografiche sono adatte a questa genere fotografico, qui veramente la differenza la fa il fotografo.

Obbiettivo

La fotografia di paesaggio viene al 99% dei casi abbinata alla lente grandangolare, ci sono situazioni in cui anche i teleobbiettivi vengono usati, partirei con un grandangolare direi da 16 mm in su, le lenti zoom la fanno da padrone perciò un 15-35 copre il 99% delle situazioni. Quando servono i luminosi? I luminosi servono quando non si scatta su treppiede, in zone con poca luce, un esempio da dentro una grotta dietro a una cascata, oppure nella fotografia notturna al cielo, perciò un F4 anche in questo caso copre il 99% delle situazioni.

Telecomando

Il telecomando è uno strumento indispensabile, per le lunghe esposizioni, per non avere vibrazioni sul treppiede.

Livella

Questa ci permette di mettere in bolla la nostra macchina fotografica, nelle macchine moderne è rappresentata sullo schermo.

Filtri

C’è un capitolo dedicato 😉

Tutto quello che non è fotografico: può essere una pezza per la pulizia delle lenti, come una pompetta, sicuramente una busta trasparente per coprire la macchina fotografica da eventuali agenti atmosferici, elastici per fermarla. Copertura impermeabile per lo zaino, lo stesso per noi, aggiungerei anti vento, borraccia con acqua….io mi porto anche qualche cioccolatino al caffè.

I Filtri

Prima di tutto serve un supporto (Holder), questo permette di montare davanti all’obbiettivo più filtri in combinazione, ogni filtro ha una sua utilità, e va montato in una posizione specifica sul supporto.

Da primo, cioè il più vicino alla lente è il Filtro polarizzatore.

Il filtro polarizzatore permette di togliere i riflessi, in particolare permette di vedere cosa c’è sotto l’acqua quando scattiamo al mare (si polarizza il primo piano), ma non si ferma a questo toglie anche tutti i riflessi dai ogni superfice, un esempio è una persona che indossa degli occhiali, questo permette di rimuovere il riflesso e far vedere gli occhi, naturalmente con lenti trasparenti. Nel paesaggio toglie i riflessi anche dalle foglie degli alberi. Una nota i Filtri polarizzatori possono introdurre una dominante bluastra, dipende dalla qualità del filtro.

Il secondo è il Filtro ND (Neutral Density) questo permette di allungare il tempo di scatto secondo le nostre necessità, quando si parla di Stop è relativo al tempo che possiamo ottenere con l’aggiunta di questo filtro.

Filtro ND (Neutral Density)

ND64 – 6 Stop, Prima tramonto – Dopo alba (primo filtro ND da avere)

ND8 – 3 Stop, Dopo il tramonto o Prima dell’alba

ND256 – 8 Stop, Giorno o cielo coperto

ND1000 10 Stop, Giorno o cielo coperto

Il Filtro GND (graduated neutral density)

I Filtri GND si dividono in quattro tipi:

Hard

Soft

Medium

Reverse

Ogni tipo di ha una sua peculiarità e un campo di uso specifico cerchiamo di non perderci e di sintetizzare quello che è importante sapere.

Il filtro GND Hard permette di avere una transizione molto rapida cioè passa dal trasparente allo scuro repentinamente questo ci permette di usarlo su una linea di luce pulita, la classica linea dell’orizzonte al mare al tramonto.

Il filtro GND Soft ha una transizione molto morbida tra la parte trasparente e quella scura, ci permette di utilizzarlo quando la linea di luce no né pulita e ci sono elementi ce interessano la linea di luce.

Il filtro GND Medium è come dice la parola una via di mezzo tra hard e soft, ideale da usare quando ci sono elementi sulla linea di luce in particolare quando non c’è illuminazione diretta. Il Filtro GND reverse è un filtro che ha una parte bianca che sfuma verso la parte più scura come un hard ma che poi torna ad essere trasparente con una sfumatura soft, l’utilizzo è per lo più con il grandangolo spinto da massimo zoom 15mm, quando si ha una linea della luce libera, questo determina che nella zona alta il ritorno di una illuminazione più equilibrata.

Come primo filtro per iniziare il GND Medium da 3 Stop

Come seconda scelta per la montagna un soft 3 Stop, o per il mare un hard 3 Stop

Post produzione

La post produzione sui file che ritraggono scene di paesaggio puo essere tranquillamente eseguita utilizzando Lightroom/Camera Raw, orientativamente questi software ci permettono di fare il 90% delle correzioni necessarie, è chiaro che chi ha conoscenze di Photoshop, preferisce integrare con quelle tecniche specifiche che aiutano dove questo software è piu adatto.

Facciamolo insieme su un singolo scatto di fotografia di paesaggio urbano

Questo è il file aperto in un classico visualizzatore FastStone

La fotografia raffigura un bel tramonto a Roma da ponte Sant’Angelo

Io utilizzo ACR per lo sviluppo, vediamo come procedo:

In ACR ho un predefinito all’apertura con tutti i parametri a zero, e come profilo il Fotocamera Standard.

ACR

Il primo intervento è la correzione sulle correzioni relative all’ottica.

Attivando la correzione profilo della lente e la rimozione aberrazione cromatica.

Il secondo intervento è nella finestra dettagli:

In questa finestra si agisce sul rumore cromatico, attenzione è vero si scatta a 100ISO, ma nelle aree come quella zoomata in foto c’è sempre in agguato la possibilità di rumore cromatico, controllare e rimuoverlo è sempre meglio.

Adesso guardiamo il nostro Istogramma:

Istogramma

Cliccando con il tasto destro dello stesso si possono attivare l’avvertenza ritaglio luci e ombre, così avremo la visualizzazione delle aree bruciate delle luci o chiuse delle ombre, nel nostro caso già dall’istogramma vediamo che forse qualcosa sulle luci è bruciato, ma vediamolo:

Delle piccolissime aree del cielo mostrano l’avvertenza. Interveniamo in modo da ottenere una fotografia più neutra, cioè sulla quale possiamo poi lavorare in Photoshop.

Non ci sono più aree bruciate.

Per impostazione sia ACR che Lightroom prevedono interventi dall’alto verso il basso, non ho toccato il bilanciamento del bianco, ma sono intervenuto su contrasto, luci, ombre, bianchi e neri. Andiamo in Photoshop, qui per prima cosa eseguiamo se necessario un ritaglio compositivo, applichiamo subito la Nitidezza, usando Nitidezza avanzata: Filtro>Nitidezza>Nitidezza Avanzata:

Solo per comprensione degli slide, Fattore determina la quantità, Raggio più è piccolo più si accentuano i dettagli piccoli, più è grande più i dettagli grandi.

A Questo punto seguiamo un intervento sul colore, il modo migliore è lavorare con il metodo LAB (Modifica > converti profilo) come sotto:

Scegliamo una regolazione curve

A questo punto dobbiamo intervenire sui canali A e B

Per ottenere un effetto coerente con la quantità di saturazione l’aumento dovrà essere equivalente su entrambe i canali, vediamo come:

La logica di questo intervento è: più la linea sarà ripida più l’aumento di saturazione sarà intenso.

Il risultato di questa regolazione lo vediamo qui:

Prima
Dopo

A questo punto interveniamo sul contrasto della fotografia, un metodo abbastanza interessante è la maschera di contrasto (Filtro > Nitidezza > Maschera di contrasto)

Con un raggio di 200 PX si interviene poi sul fattore già 20% è un risultato molto apprezzabile.

Prima
Dopo

La post produzione si può dire ultimata, come ultimo passaggio si procede con il portare il file alla risoluzione desiderata in funzione dell’uso che si fa del file, stampa, pubblicazione web, ecc

Questa interpretazione della fotografia come avete visto non stravolge il contenuto del file, è un interpretazione, ci sono moltissime tecniche per inserire creatività e dare a una fotografia, tante diverse interpretazioni, ognuno segue la sua creatività.

Il file finito è visibile da questo link

Nella categoria Paesaggio del blog le mie fotografie

Buon divertimento

                                                                  Marco Venanzi

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